Comunicazione

Imparare a Comunicare

Comunicare significa innanzitutto mettere in comune

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Comunicare significa innanzitutto mettere in comune, quindi condividere, patteggiare, influenzarsi, cambiarsi a vicenda. Patteggiamo significati (parole, contenuti) ma anche atteggiamenti (modi di relazionarci). Le parole non sono mai separate da come le diciamo o scriviamo.
I nostri atteggiamenti sono sempre in relazione con noi stessi e con l’ambiente che ci circonda. Significati, ambiente, percezioni e relazioni si intrecciano continuamente e non dipendono da una sola sorgente ma dalle due che ci compongono e ci governano in egual modo: quella mentale e quella emozionale.
Negli anni della formazione personale si insiste molto sui contenuti, sulla sorgente mentale, sullo specialismo trascurando, rinnegando, emarginando l’altra sorgente e il corpo.

Ma il corpo esiste ed è perfettamente integrato con la nostra mente: riconoscere quello che le neuroscienze e la neurolinguistica stanno mettendo da anni in evidenza significa occuparsi finalmente del corpo (volenti o nolenti non siamo puro spirito e di quello abbiamo bisogno per agire) e del lato emozionale.

Per chiarire subito: l’emozione è la risposta a uno stimolo esterno. Uno stimolo di piacere o dis-piacere influisce sull’apprendimento, sulla nostra attenzione, sulla nostra possibilità di ricordare: le sinapsi del nostro cervello diventano efficienti quando proviamo interesse, piacere; e sorridiamo.

E’ possibile, quindi, chiedersi ancora se e perché è importante imparare a comunicare davvero?